mercoledì 2 ottobre 2013

La demenza Senile

Ogni volta che scendo giù a Napoli cerco di trovare un'oretta libera per andare a trovare una mia vecchia zia. La zia di mio padre, per precisione , quindi Prozia.
Ovviamente non è proprio una giovincella , però nonostante tutti gli acciacchi e i malanni logica conseguenza del passare degli anni , è sempre stata abbastanza lucida.
La zia , che abita in uno di quei vecchi palazzi a due piani che hanno il corridoio interno , in cui la gente quando fa' un po' di caldo si mette fuori a prendere aria fresca. Dove tutti si conoscono come se fossero una famiglia , sanno quindi i fatti di tutti e costituiscono una piccola comunità.
La cosa sarà senza dubbio un po' invadente , ma forse sotto sotto la preferisco al mio condominio milanese, in cui non si va oltre un cordiale saluto con i vicini nell'incontrarsi in ascensore (se si è proprio costretti, altrimenti uno se la fa' a piedi per non dover condividere il forzoso silenzio. E' pur vero che è pericoloso farci amicizia, metti che poi son cagacassi non te li togli piu' dalle palle)

Anche stavolta arrivo sotto casa sua, a piedi , e mi accorgo che il portone è chiuso e non c'è il citofono. Ovviamente lei non ha un cellulare, ed il numero fisso in questo momento proprio non mi sovviene. Ma non è a questa cosa che è riferito il titolo del post.
Magari.

Arriva un ragazzo, apre il cancello , lo ringrazio e mi infilo. Percorriamo la stessa scala , probabilmente lui mi guarda già con un po' di curiosità.
E' normale, sono un estraneo, una faccia nuova. E' il minimo.
Caso vuole che salga allo stesso piano della zia.
Lei è sul pianerottolo, vicino alla ringhiera. Seduta su di una sedia piccola , di quelle di legno , che sembra avere quasi più anni di lei.
La vedo che mi osserva, a distanza di circa 5 metri. Saluto il signore anziano che era seduto fuori all'appartamento vicino alle scale, che mi guarda anche egli con un po' di circospezione , e mi avvicino sorridendo alla mia parente. Lei mi fissa.
Per scherzo (amo fare stupidi giochetti) guardandola continuo a camminare pochi passi oltre, mentre lei mi saluta con un cenno del capo, come si saluta uno che trovi nel tuo pianerottolo e pensi "chi è?".
Mi fermo , le dico:
"Ciao!"
Lei mi guarda, silenziosa. Non capisco se sta cercando di ricordare chi sono o se stà scherzando anche lei. Nel frattempo percepisco su di me gli sguardi degli altri abitanti del pianerottolo.
"ZIA!CIAO!"
Ripeto il saluto, accentuando anche il mio rapporto di parentela, più per renderne edotti i testimoni che per speranza che lei ricordi.
Resto un attimo frastornato. L'ultima volta che ero andato a trovarla, prima dell'estate, non era così.
Era lucida. Come puo' esserlo una donna molto anziana, ma di certo sapeva chi ero.

SOno impreparato a tutto ciò. Non sapevo di questa cosa. Nemmeno i miei me ne avevano parlato.
Resto ancora un attimo in silenzio, mentre finalmente le chiedo:
"Oh, sò Gè! Ma non ti ricordi di me?"
Lei mi fissa, scuote un po' lo sguardo pensieroso, e mi dice un secco:
"No...."
con tono dispiaciuto. Forse ha paura che mi sia offeso, o forse è solo una specie di "mi dispiace, ogni tanto mi capita di non ricordarmi le cose, sono anziana."
Nel frattempo si avvicina la sua vicina, che mi riconosce, avendomi visto in altre precedenti visite.
Mi spiega che è normale, che ogni tanto , con qualcuno , capita.
Altri giorni invece ricorda tutto senza problemi.
In effetti sembra ricordi tutta la famiglia, tranne me.
La interrogo sull'albero genealogico , ma sembra che io sia l'unico sconosciuto.
Gli altri tutti presenti.

Ok, una cosa è vederlo in tv , magari anche in uno sketch comico (come si scrive sketch?boh)
e una cosa è viverlo. Come se avessero rubato la parte di me che viveva in lei.
Le dico il nome di mio padre.
Quello se lo ricorda. Si ricorda quindi della sorella, dei nipoti. Persino delle mie sorelle.
Ma di me no.
Vabbè.
Dopo un po' entriamo dentro, che stiamo più comodi.
Mi accoglie con gentilezza, come sempre, ma stavolta io sono un estraneo che entra in casa sua.
Lei ovviamente si fida, mi vengono i brividi pensando a tutti gli anziani che si fidano, senza avere nemmeno il controllo dei vicini o parenti su chi viene a far visita.

Le fisso le braccia, le rughe sul viso, resto colpito da quanto sia invecchiata in questi 3\4 mesi che non la vedevo. Mi racconta le solite cose, i discorsi che mi fa' sempre da anni. Dei vari lutti che hanno colpito la sua famiglia, del fatto di aver perso piano piano tutti i fratelli.
A volte sopravvivere agli altri non è certo facile.
Mi racconta del fatto che spesso la vengono a trovare , gli amici , i parenti. Mi fa' l'elenco di tutti quelli che passano regolarmente.
Non la lasciano sola, si occupano delle sue necessità, a volte provano pure ad invitarla a pranzo fuori
a casa di qualcuno, ma è praticamente impossibile smoverla da casa sua.
Non vuole uscire, se non per andare al cimitero a trovare i parenti defunti.

La zia non si è mai sposata, forse non ha mai conosciuto qualcuno degno di starle accanto, sinceramente non ho mai voluto chiederglielo per delicatezza. Non ha figli, ma tanti nipoti, che la vanno spesso a trovare.
Mi fa':
"Lo sai quanti anni ho io?"
Non si dice l'età di una signora. In ogni caso abbasso un po' la quota, non fosse altro per galanteria.
"Che ne so... 75?"
"eeeeh...90!"
"azz non si direbbe!"
"eeeh vabbè!"
"Senti, ma mo' ti ricordi di me, allora?"
"no...."

Un abbraccio zia, spero di avere la possibilità di poter riscendere presto e risalutarti, non importa se nemmeno quel giorno ti ricorderai di me.














5 commenti:

  1. Accidenti.. Dev'essere brutto forte :( .. Io ho una bisnonna che ultimamente va un po' in confusione, anche lei ha le sue giornate, ma è comunque ancora abbastanza sveglia. Una volta ricordo che mi ha scambiato per la morosa di mio cugino, ma solo perché ero in contro luce e lontano :)

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  2. a novant'anni non dico sia normale, ma almeno è accettabile. Certo che se ha rimosso solo te dovevi proprio stargli sulle palle :DDD

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  3. il mio pane quotidiano purtroppo. Per tentare di farle ricordare chi sei prova a guardare vecchie foto, magari ti ricorda bambino, ma non ti associa con a fisionomia "da grande"

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  4. è stata una visita carinissima e pieno di affetto viscerale, la tua.
    che ti importa se non ti ricorda, lei è nel tuo cuore.

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  5. Eh... ho vissuto questa situazione con mia nonna... perdere la memoria credo sia la peggiore condanna che si possa avere! Verso la fine, non riconosceva neanche le figlie, ricordo mia zia che le diceva "Mamma, sono io, sono Elisa" e lei "Ma no, ma che dici, Elisa è mia figlia, una ragazza bellissima!"... :°)

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