sabato 20 luglio 2013

Ritorno al passato


Ieri son tornato a casa.
Questo termine lo uso ancora per identificare la città in cui sono nato, l'edificio in cui ho vissuto per venticinque anni , le persone con cui sono cresciuto.
No, aspettate, cerco di non fare un post palloso nostalgico, non andate su altri blog a leggere cose più divertenti. Date a queste righe una possibilità.

Era da molto che mancavo,  talmente tanto che non saprei nemmeno dirlo con precisione. Forse febbraio, forse qualche settimana prima.
Arrivo con la freccia superveloce ma che comunque dopo 4 ore mi ha spiegazzato le ginocchia, che non riesco mai a stenderle ed ho sempre qualcuno avanti con cui litigarmi lo spazio sotto il tavolino, tipo come quando vai al cinema e contendi con il tizio accanto il bracciale per il gomito.
Son le 21 , rimango piacevolmente sorpreso nel vedere la stazione di Pz Garibaldi (uno dei posti notoriamente più insicuri della città, ma essendo una stazione ciò è normale) ancora viva. C'è gente, è illuminata , qualche negozio è aperto ed in particolare posso fare il biglietto della metropolitana , quando appena un paio di anni fà arrivavo e era tutto chiuso, non vi racconto i giri che facevo per procurarme , non volendo girare senza, visto che son sicuro che il giorno che lo faccio, anche per una sola corsa, mi beccano. La metropolitana passa praticamente subito, una coincidenza che non mi permette di dirvi se le cose son migliorate anche sotto questo punto di vista, ma dalla felicità degli indigeni sulla banchina direi proprio di no.

Sui vagoni , un po' tetri - mi han ricordato quelli della metropoli americana di Ghost (ma dove l'han girato?) mi cerco un posto tranquillo , in mezzo alla gente. Ho imparato sin da ragazzo che è bene non isolarsi mai , in questi casi , che è un attimo che si avvicini una banda di ragazzacci e ti fotta il rolex. Però io non ho un rolex, quindi pormi questo problema mi sembra alquanto esagerato.
E' che non sono più abituato a certe facce , al modo di parlare urlando , al dialetto "pesante".

Arrivo alla metro di destinazione, e trovo un uomo che sta litigando con la macchinetta delle bibite e schifezze. Quella pansa mi è familiare, trattasi di pansa paterna.
E' un po' che non la vedo. Ero preparato a rivederlo, ma in macchina. Non così, improvvisamente.
Si volta e mi vede, distinguo chiaramente sul suo volto un'espressione di felicità.
Eccheccazzo, son pure mancato mesi e mesi.
E mi sento pure un po' più in colpa adesso, visto che avverto la consapevolezza di questa assenza.
Mi son organizzato male, malissimo, e non son riuscito a scendere nemmeno per un fine settimana per metà anno. Puo' sembrarvi poco, ma per come sono fatto io è una eternità.

Ci abbracciamo, in quel modo in cui si abbracciano padre e figlio.Un po' timido ed impacciato, da uomini veri, insomma, non abituati a ste cosucce.

"ma che stai facendo?"
"eh volevo prendere una cosa al bambino...ma sta cos' s' è presa i soldi!"
"E che volevi prendere, che quello è piccolo? escono anche gli omogeneizzati dai distributori?"
"Ma no, chillo s'è fatto grande , mo che lo vedi...stà in macchina!"
"Ah, l'avete portato?"
"Eh , si, voleva venire pure lui!"

Mio nipote avrà si e no otto mesi.
Non mi risulta parli ancora, eppure a quanto pare non solo capisce tutto quello che gli dicono, ma anche i membri della mia famiglia capiscono quello che lui pensa.
A volte me lo passano a telefono, dicendomi che "vuole parlare con me".
Ed io lo chiamo per nome, per farli contenti, e sento dall'altra parte:
"eeeehhhh uhhhhhhh gggghhhhh"

Sto bambino ha fatto diventare tutti scemi in famiglia.
Bello è bello, ovviamente vi dico che è il bambino più bello del mondo, voi non ci crederete  pensando che "dicono tutti così" , lo capisco, ma guardate che dico sul serio. E' oggettivo.

Arrivo in macchina , dove lo trovo in braccio a mia madre, che mi guarda con la stessa espressione che aveva prima su il mio vecchio, e mi fa' "Gèèèè , finalmente!"
Però lei non vale, era venuta sù qualche settimana fà.
Comunque il piccolo centro dell'universo mi guarda , incuriosito.
Non ci vedevamo dalle sue prime settimane.
Non sò se si ricora di me, abbiamo avuto diverse, profonde, discussioni telefoniche.
Magari stà pensando qualcosa tipo "Ah, adesso mi ricordo, eri tu allora!"

Ci avviamo verso casa, vi risparmio gli orrori che ho dovuto osservare a livello di guida , da parte praticamente di tutti gli utenti della strada. Non potrei più guidare qui, tra gente che cammina al centro della carreggiata (di due corsie) semafori rassegnati , che ormai sembrano dire "vabbuò, fate come volete" e le rotonde...mio Dio le rotonde. Sembra che si tiri a sorte per vedere chi abbia la precedenza. Si decide sul momento, a volte si passa a volte si aspetta.
Tutto questo caos è meravigliosamente ordinato, posso assicurarvi che avvengono qui molti meno incidenti che nel resto d'Italia. (anche se le assicurazioni dicono il contrario, ma quello è un altro tipo di problema che non stò qui a spiegarvi) Forse è perchè si stà sempre attenti, devi aspettarti tutto in qualunque momento. Dalla coppia senza casco e senza luci che arriva di corsa, alla buca in carreggiata che meno male che non l'hai presa.

Dopo questa esperienza di revival, arriviamo finalmente a casa, dove le mie sorelle han già preparato la tavola. (imbandito , ok , ma qui diciamo così.)
Mia sorella ha un altro tatuaggio, una scritta in spagnolo di cui capisco solo la parola "alma".
Il senso genrale mi sfugge, speriamo che almeno il tatuatore sappia cosa le ha scritto.
Si lascia abbracciare. Cazzarola, allora è proprio da tanto che manco. Ricordo che , sin da piccoli, non riuscivo mai ad abbracciarla, che correva , scappava via , al solo pensiero. Le dava fastidio.
Le cose poi non erano migliorate nemmeno dopo che avevo iniziato a deodorarmi frequentemente, quindi suppongo che erano reviniscenze dei dispetti da piccoli.
E' tornato il figliol prodigo, la tavola sia imbandita dei migliori spaghetti di mammà.

Sono a casa, della bellezza di una cosa del genere te ne accorgi solo quando non la vivi tutti i giorni.
Ho spesso un senso di colpa verso i miei, per il fatto che non li vado a trovare quasi mai, per il fatto che le telefonate son sempre più brevi, semplicemente perchè ho da fare non sò cosa.
Senso di colpa perchè stanno invecchiando, ed io proprio ora non ci sono.

Però adesso vedo la gioia che ha portato il nuovo arrivato, e non sò descriverla.
Mi limito a dirvi che si mette sul tavolo a ballare sulle note della canzone del coccorillo, con tutti gli altri che si muovono come cretini.
Ed è molto molto bello.
Come è bello vedere mio padre che fà il nonno , che lo prende in braccio di continuo, che se lo sbaciucchia. E pure il piccolo, dovreste vedere come ride.
Non me l'aspettavo. Mi fà pure un po' strano.
Poi sento papà dirgli "vita mia!" , viene quasi da essere un po' gelosi.
Mmm ovviamente non posso ricordarlo, però chissà se anche con me faceva così.

Sorrido anche io, adesso son più sereno. Ribaltando un po' la concezione classica di quando un figlio va via, adesso son IO che posso partire tranquillamente, visto che alla fine sembra se la cavino bene anche senza di me. Posso lasciarli fare la loro vita, senza sentirmi in colpa per essermene andato (che poi è stata una necessità, visto che volevo un lavoro vero, con tutele diritti stipendio dignitoso ecc.)

Comunque , a dirvi la verità ,  forse sorrido pure perchè gli spaghetti alla pizzaiola di mammà, son sempre gli spaghetti alla pizzaiola di mammà.



4 commenti:

  1. tutti i figli prima o poi se ne vanno per la loro strada, lo farà anche il piccoletto che sta ballando sul tavolo!

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  2. che tenerezza che fa sentire dalle tue parole un ritorno a casa e tutto quello che ne consegue. evidentemente "casa" ha sempre lo stesso valore per tutti, a qualsiasi età, emancipati o meno...

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  3. Ho un bimbo di otto mesi e mezzo, e una cosa posso dirla: i bambini fanno rincretinire tutti :) ♥

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  4. Provo sempre nostalgia quando leggo queste cose. Io non avrei il coraggio di allontanarmi dalla mia città, più che altro per la mia famiglia. Sono salita in Toscana a inizio luglio per un matrimonio di parenti e, anche se è stata una toccata e fuga, ho visto la differenza con la mia città.. strade con semafori(a C/mare e dintorni non esistono) e pulite, case con giardini e(dai discorsi dei parenti) civiltà. E basta. Vita fin troppo tranquilla rispetto a quella che vivo quotidianamente. Che devo dì, al matrimonio mi sono annoiata un bel pò...e poi quel "brin-di-si-no lalalalala" mi ha sconvolto. Beh, ora sto divagando lo so... era solo per dire che nonostante tutto, non cambierei la mia città perchè ho qui le persone care, i posti che mi hanno visto crescere e gli amici di sempre. Hai avuto un bel coraggio, sia ad andartene anni fa che a ripartire adesso :-)

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